Luana Cremasco su Il Messaggero del 11/07/01 a pagina 12., 11 luglio 2001
Secondo lo studio dell’etologo austriaco Karl Grammer (direttore dell’Istituto di etologia urbana dell’Università di Vienna) l’amore è una scienza, con le sue regole e le sue formule
Secondo lo studio dell’etologo austriaco Karl Grammer (direttore dell’Istituto di etologia urbana dell’Università di Vienna) l’amore è una scienza, con le sue regole e le sue formule. Il ricercatore ha spiato i comportamenti di alcune coppie di giovani che si incontravano per la prima volta. Risultato dell’esperimento: la ragazza segnala disponibilità toccandosi i capelli o lanciando uno sguardo, il ragazzo inizia a chiacchierare, se lei è interessata manda altri segnali positivi con il corpo. Una volta scattata la passione, sono gli ormoni a guidare azioni e pensieri: il cervello degli innamorati è saturo di dopamina, una sostanza che spinge a desiderare, a consumare (per questo gli innamorati vogliono sempre vedersi). L’amore dunque è orientato dalla chimica e non dalla bellezza. Anzi, secondo l’antropologo Geoffrey Miller è addirittura merito dei bruttini se la specie umana si è evoluta: quelle che lui chiama "seconde scelte" sono infatti motivate a compensare la poca avvenenza valorizzando altre doti (sembra dargli ragione un sondaggio di Uno Mattina: le maggiorate in bikini imbarazzano due uomini su tre". Anche il sistema immunitario ha un ruolo importante nella chimica dell’amore: più è diverso, più due individui si attraggono. Durante la fase della maturità, diminuita la passione, sarebbero da evitare le litigate furiose: secondo lo psicologo John Gottman, fanno salire i battiti cardiaci, provocando un senso di soffocamento. Il malessere spinge molti a evitare qualunque discussione, ma in questo modo l’amore, alla lunga, si spegne. Perciò Gottman consiglia di continuare di litigare ma con moderazione, e di concludere la discussione con una bella risata.