Arrigo Petacco, Joe Petrosino, l’uomo che sfid per primo la mafia italoamericana, Mondadori, 2001, 16 luglio 2001
Il 2 aprile 1909 il questore di Palermo, Baldassarre Ceola, indirizzò al presidente della sezione d’accusa del tribunale di Palermo un rapporto con l’indicazione dei colpevoli dell’uccisione di Petrosino
Il 2 aprile 1909 il questore di Palermo, Baldassarre Ceola, indirizzò al presidente della sezione d’accusa del tribunale di Palermo un rapporto con l’indicazione dei colpevoli dell’uccisione di Petrosino. Tra questi era attribuito un ruolo fondamentale al Cascio Ferro, che il 3 aprile fu fermato e la sera stessa tradotto nelle carceri dove erano rinchiusi quattordici dei suoi presunti complici. Don Vito chiese una cella a pagamento e l’autorizzazione a farsi inviare i pasti da un vicino ristorante. Il 17 luglio 1909, a quattro mesi dalla morte di Petrosino, Baldassarre era esonerato dall’incarico e richiamato a Roma, per essere pochi giorni dopo collocato a riposo col titolo onorario di prefetto del regno. Nel giro di pochi mesi gli uomini da lui denunciati furono rilasciati e due anni dopo prosciolti per insufficienza d’indizi.