17 luglio 2001
Girgenti Graziella, di anni 26. Separata dal ’97, una figlia di 9 anni. Custode di un condominio, pia, ansiosa di aiutare gli altri, ogni domenica a messa, spesso in parrocchia a far volontariato, l’idea di redimere i balordi del suo quartiere, Quarto Oggiaro, Milano
Girgenti Graziella, di anni 26. Separata dal ’97, una figlia di 9 anni. Custode di un condominio, pia, ansiosa di aiutare gli altri, ogni domenica a messa, spesso in parrocchia a far volontariato, l’idea di redimere i balordi del suo quartiere, Quarto Oggiaro, Milano. Da gennaio aveva preso a far l’amore col suo condomino Di Lella Marco, di anni 33, detto Pitbull per la tendenza ad alzar le mani, affezionato consumatore di cocaina, saltuariamente ad aiutare il padre al distributore di benzina, in carcere a Spoleto dal 1993 all’agosto 2000 per aver tentato di strangolare con un filo elettrico la fidanzata che voleva lasciarlo. Conosciutolo grazie al cortile in comune, dopo avergli fatto invano giurare sulla Bibbia che avrebbe smesso di drogarsi, la Girgenti s’era scocciata e l’aveva lasciato. Il 30 giugno accettò che passasse a casa sua per prendere i vestiti che gli aveva disseminato nei mesi della loro relazione. Preparò le buste, gli abiti tutti piegati, e le poggiò all’ingresso. Giunto nell’appartamento, il Di Lella la prese a botte come al solito, poi tentò di strangolarla col rosario a grani bianchi che lei si portava sempre al collo. La collana si ruppe e lui, non sapendo che fare, lanciò l’ex fidanzata giù dal balcone. Chiuse la porta con le chiavi di lei, scese quattro piani di scale per vedere come stava. Poiché lei rantolava ancora, chiamò il 118 col suo cellulare, comunicando che una ragazza si era buttata di sotto. Lei morì prima dell’arrivo dell’ambulanza. Intorno all’1 e 30 del 30 giugno.