Carlo Bonini, Giuseppe DíAvanzo, la Repubblica 12/7/2001, 12 luglio 2001
«Come è stato ripetutamente confermato sia da businessmen russi sia da businessmen occidentali attivi nell’area post sovietica, il tentativo da parte del Kgb di porre sotto controllo le attività economiche segue sempre lo stesso schema
«Come è stato ripetutamente confermato sia da businessmen russi sia da businessmen occidentali attivi nell’area post sovietica, il tentativo da parte del Kgb di porre sotto controllo le attività economiche segue sempre lo stesso schema. In prima istanza si fa vivo il racket che chiede tangenti o tenta di estorcere diritti non dovuti. Successivamente, si fa vivo il SerServizio che si offre di aiutare l’azienda in difficoltà. Da questo momento in poi, l’azienda cessa di avere vita autonoma. In una prima fase, le aziende della rete del Kgb subiscono restrizioni creditizie o passano attraverso qualche improvvisa bufera finanziaria, poi iniziano ad avere licenze di commercio per settori specifici: alluminio, zinco, paste alimentari, carta, legni speciali. Dopo questa fase, l’azienda riceve una poderosa spinta verso lo sviluppo, che viene utilizzata sia per inserire vecchi agenti al suo interno sia per riscuotere tangenti» (Marco Giaconi, direttore Istituto politica e economia internazionale)