Christopher Isherwood, La violetta del Prater, Einaudi, 17 luglio 2001
Notte. «Era quell’ora della notte in cui i lampioni stradali sembrano splendere di un fulgore remoto, innaturale, come pianeti senza vita
Notte. «Era quell’ora della notte in cui i lampioni stradali sembrano splendere di un fulgore remoto, innaturale, come pianeti senza vita. La King’s Road, nera e lucida di pioggia, era deserta come la luna. Non apparteneva né al re né a nessun essere umano. Le piccole case avevano chiuso le porte a ogni sconosciuto e tacevano, buie, in attesa dell’alba, delle cattive notizie e del latte».