Giuliano Zincone sul Corriere della Sera del 15/07/01 a pagina 1., 15 luglio 2001
«Ecco il dibattito sull’obelisco di Axum. Dovremmo restituirlo all’Etiopia? Lo abbiamo promesso nel 1947, pacta sunt servanda
«Ecco il dibattito sull’obelisco di Axum. Dovremmo restituirlo all’Etiopia? Lo abbiamo promesso nel 1947, pacta sunt servanda. Sì, però ogni patto si può ridefinire e ricontrattare, con reciproco vantaggio. Ma il problema è altrove. Secondo molti politici, il reperto trafugato è un tesoro insostituibile, e il suo furto è odioso come quello di chi tolse l’unica pecorella alla povera pastora della favola. In realtà, ad Axum giacciono circa cento obelischi, in gran parte atterrati e frantumati. Non sarebbe più logico aiutare gli etiopi a raddrizzarli? Non sarebbe più umano risarcire quel popolo con un ospedale anti Aids o con una scuola d’informatica? ”Ma quella stele è un monumento al colonialismo”, obiettano gli antifascisti stenterelli. Potrebbe anche essere un simbolo di fratellanza, ora che tanti africani vivono a Roma. Di bottini imperiali, poi, è pieno il mondo. Se per queste rapine non ci fosse prescrizione, dovremmo scovare anche le prede belliche di Assurbanipal. Se poi si detesta ogni traccia di Benito, perché non abbattere l’obelisco del Foro italico, dove c’è scritto ”Mussolini Dux”? Già che ci siamo, potremmo anche scalpellare gli stemmi bovini dei Borgia che a quanto pare furono molto cattivi» (Giuliano Zincone).