Sandro Cappelletto su La Stampa del 09/07/01 a pagina 10., 9 luglio 2001
"Wagner certamente fu antisemita, nei suoi scritti, in tante dichiarazioni; per meglio dire: lo divenne dopo la condanna e l’esilio subìti per aver partecipato ai moti repubblicani di Dresda del 1849, assieme all’anarchico Bakunin
"Wagner certamente fu antisemita, nei suoi scritti, in tante dichiarazioni; per meglio dire: lo divenne dopo la condanna e l’esilio subìti per aver partecipato ai moti repubblicani di Dresda del 1849, assieme all’anarchico Bakunin. Aveva allora 36 anni, un immenso talento e una ancora più incontenibile ambizione. Voleva avere successo e per ottenerlo diede il peggio di sé. Per distinguersi, iniziò a colpire compositori ebrei come Mendelssohn e Meyerbeer, scrisse che anche quando, negli anni giovanili, aveva preso a cuore il destino di tutti gli umiliati e offesi della terra, l’aveva fatto nonostante ”il profondo ribrezzo quasi fisico” che la vicinanza con ”i giudei” gli provocava. Quando la ’Tetralogia’ debuttò a Bayreuth nel 1876, molti commentatori videro nella figura di Alberich, di Mime, di Hagen, dei Nibelunghi, altrettante caricature dell’avidità, della cupidigia attribuita agli ebrei... Fu allora che Friedrich Nietzsche sentì il bisogno di distinguere il proprio pensiero da quello del maestro. Il filosofo era contrario ”alla morale giudaico-cristiana della rinuncia”, ma non antisemita; il compositore invece lo era diventato, meschinamente, per calcolo, per opportunità" (Sandro Cappelletto).