Filippo Ceccarelli su La Stampa del 18/07/01 a pagina 7., 18 luglio 2001
L’abbigliamento delle Tute bianche si ispira a quello dei tecnici delle centrali nucleari. All’inizio degli anni Ottanta, i guerriglieri ambientalisti internazionali danno l’assalto al Partenone, al Big Ben, alla Statua della libertà, alle segherie nelle foreste brasiliane
L’abbigliamento delle Tute bianche si ispira a quello dei tecnici delle centrali nucleari. All’inizio degli anni Ottanta, i guerriglieri ambientalisti internazionali danno l’assalto al Partenone, al Big Ben, alla Statua della libertà, alle segherie nelle foreste brasiliane. Prima segnalazione di Tute bianche in Italia: nel 1986, di fronte alla centrale nucleare di Caorso (sono militanti verdi che mostrano un enorme colabrodo). Azione "modello Greenpeace": scalata dell’edificio e srotolamento di striscione, oppure esibizione di teschi o simulazione di morte a terra. Obiettivi fra il ’90 e il ’95: gli impianti di Porto Marghera, le ciminiere Ausimont, l’ambasciata francese a Roma ai tempi degli esperimenti nucleari nell’atollo di Mururoa, il grattacielo dell’Eni all’Eur, il centro sociale milanese Leocavallo durante un’irruzione della polizia. Il primo volantino firmato "Movimento tute bianche" viene distribuito nel 1998, a Roma, interrompendo un concerto di Elvis Costello e uno spettacolo di Paolo Hendel. I militanti romani si fanno chiamare «Invisibili»: nell’aprile ’98 il primo manifesto programmatico, contro una politica divenuta «cinismo e astrattezza, controllo e distribuzione di potere, anziché risposta concreta alle esigenze». Obiettivi: il Ministero del lavoro, il Policlinico, i piloni dell’aereoporto di Fiumicino. Ottobre ’98: prima apparizione televisiva delle Tute bianche, irrompendo («con qualche sospetto di combine») nello studio di "Moby Dick", il programma di Michele Santoro (l’economista Brunetta ripeteva gridando: «Le vostre sono mistificazioni!», loro rispondevano: «E che te sei incantato? Pijate ’na camomilla!»). Successive manifestazioni: a Milano contro i lager per immigrati, a Lecce contro la centrale termoelettrica, a Venezia contro l’aumento del biglietto dei cinema, a Roma per l’arrivo di Haider scalano il muro della Nunziatura apostolica e per solidarietà con i palestinesi scavalcano le cancellate dell’Altare della patria, a Padova il collettivo "Lavanda gastrica" distribuisce ceste di frutta biologica e asparagi «radioattivi» con la porporina contro il Mcdonald’s, in Friuli sequestrano sementi, ad Ancona appiccicano bollini "Ogm" sui prodotti nei supermercati. Primo incontro con Berlusconi: nel 1999, a Rovigo, lo accolgono con una pioggia di coriandoli e un manifesto "Sforza Italia" raffigurante un’enorme tazza del cesso.