Gabriel GarcÏa Marquez su la Repubblica del 17/07/01 a pagina 1., 17 luglio 2001
Nell’agosto del 1946, Gabriel Garcìa Marquez si recò, accompagnato dalla moglie Mercedes, all’ufficio postale di San Angel (Città del Messico) per spedire a Buenos Aires il manoscritto di "Cent’anni di solitudine" (un pacco di 590 cartelle scritte a macchina, con interlinea due, su carta comune)
Nell’agosto del 1946, Gabriel Garcìa Marquez si recò, accompagnato dalla moglie Mercedes, all’ufficio postale di San Angel (Città del Messico) per spedire a Buenos Aires il manoscritto di "Cent’anni di solitudine" (un pacco di 590 cartelle scritte a macchina, con interlinea due, su carta comune). Messo il pacco sulla bilancia, l’impiegato fece il conto: «Sono ottantadue pesos». VIsto che Marquez e la moglie ne avevano solo cinquantatré, aprirono il pacco, lo divisero in due parti uguali e ne spedirono una soltanto. Per spedire la seconda parte, Marquez impegnò la stufetta del suo studio e un frullatore. Quando tornarono all’ufficio postale, s’accorsero d’aver spedito inizialmente la parte finale del romanzo, e Mercedes: «L’unica cosa che ci manca ora è che il romanzo sia brutto».