Silvio Bertoldi, Le signore della svastica, Rizzoli, Milano, 2000, 23 luglio 2001
Hermann Göring era prestante e carico di gloria per le sue prodezze aviatorie durante la prima guerra mondiale
Hermann Göring era prestante e carico di gloria per le sue prodezze aviatorie durante la prima guerra mondiale. Ma la Germania era una nazione sconfitta. Si mise a pilotare aerei in Svezia. In un una notte di tempesta atterrò sul lago ghiacciato davanti al castello dell’esploratore Eric von Rosen. Era riuscito a portarlo a casa sano e salvo. Fu invitato a restare a dormire. Accettò. Conobbe Carin von Fock, cognata dell’esploratore, sposata e con un figlio. Colpo di fulmine. Dovettero lasciare la Svezia. Andarono a Monaco. Vissero in povertà, in un casotto da caccia. Hermann conobbe Hitler. Con lui partecipò al fallito putsch del ’23. Ferito, fu portato a Insbruck da Carin. Lei era malata. Lui si riprese. Alle elezioni del ’27 Hitler candidò il glorioso reduce e un seggio lo riscattò dalla povertà. Fece la bella vita a Berlino con l’amata. Andarono in Svezia per il funerale della madre. Lui fu raggiunto da un telegramma, Hitler lo convocava urgentemente. Partì. Quando telefonò in Svezia per sapere come stava gli dissero: Carin è morta. Se ne disperò fino alla fine.