Luigi Moraldi, "L’Aldil dell’Uomo", Mondadori, 25 luglio 2001
«Nella camera principale giaceva il morto, disteso dentro un sarcofago di legno, mentre tutto intorno, nelle camere circostanti, erano disposte le provviste chiuse nelle giare
«Nella camera principale giaceva il morto, disteso dentro un sarcofago di legno, mentre tutto intorno, nelle camere circostanti, erano disposte le provviste chiuse nelle giare. Pur conservando sostanzialmente queste linee, la struttura della tomba si sviluppò, si affinò nei suoi particolari, fino a raggiungere la forma che, con termine arabo, è detta Mastabà (banco di pietre): si tratta di un massiccio rettangolare in muratura di mattoni crudi o di pietre squadrate; un pozzo discendeva alla camera sepolcrale scavata nel sottosuolo. Sulle pareti era raffigurata l’immagine del defunto con il suo nome e scene della sua vita».