Claudio Rendina su la Repubblica del 15/07/01 a pagina IX della Cronaca di Roma., 15 luglio 2001
Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone e moglie del principe Camillo Borghese, nel 1808 fu ritratta da Canova come Venere vincitrice, sdraiata, seminuda, una mela in mano
Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone e moglie del principe Camillo Borghese, nel 1808 fu ritratta da Canova come Venere vincitrice, sdraiata, seminuda, una mela in mano. Paolina andò diverse volte nello studio dell’artista in via delle Colonnette, a Roma, e rispose a una donna del seguito, meravigliata per «quello che aveva dovuto soffrire» posando nuda: «Ma nello studio era acceso il focolare!» (una tradizione salottiera vuole invece che la risposta, malinconica, fosse: «Con Canova non c’era alcun pericolo!», allusione all’omosessualità dell’artista). Oltre alla statua, Canova scolpì un busto di Paolina ed eseguì un calco del suo seno destro, oggi esposto al Museo Napoleonico di Roma, in via Zanardelli, assieme al mandato di pagamento delle due opere (6 mila scudi). Camillo Borghese esponeva la statua della moglie nel suo palazzo in via di Ripetta e la mostrava con piacere a ospiti e amici. Nominato principe di Piemonte, se la portò a Torino, poi, stanco degli entusiasmi destati dalla "Venere Borghese", la relegò in un magazzino. Nel 1814, la scultura fu sequestrata all’isola d’Elba con altre opere d’arte; in seguito venne recuperata dal principe Camillo e sistemata nel salone d’entrata della Galleria Borghese, dov’è ancora oggi. Nel frattempo Paolina si era trasferita in una villa presso Porta Pia, acquistata dai Colonna: Lady Morgan, nelle sue memorie, di Villa Paolina ricorderà «i balli e le colazioni a base di confetture, gelati, vini leggeri e caffè», assieme alla «proprietà inglese, l’eleganza francese e il gusto italiano uniti nel modo più felice». Nel 1814, ripudiata dal marito, Paolina si trasferì a Firenze; nel 1824 cedette la villa al nipote Napoleone Luigi, un anno dopo morì, di sifilide.