Eugenia Tognotti su La Stampa del 25/07/01 a pagina 25. Annalisa Piras, LíEspresso 26/07/2001, 26 luglio 2001
Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, spiagge e mare erano solo mete di un "turismo sanitario"
Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, spiagge e mare erano solo mete di un "turismo sanitario". I medici francesi raccomandavano l’aria pura, impregnata di sali alcalini e di joduri delle spiagge della Normandia. L’acqua marina era considerata la medicina più efficace contro la rabbia, i bagni venivano raccomandati agli individui di costituzione debole, oltre che per anemia, tosse, asma, «languore clorotico» e altri «mali dell’Ottocento romantico». La balneoterapia fece numerosi adepti tra grandi dame, politici di rango, scrittori come Alexandre Dumas, Guy de Maupassant, Gustave Flaubert («ammaliato dalla fortunata onda che lambiva il seno dell’amata Elisa Schlèsinger»). Località alla moda: Dieppe, scelto dalla duchessa di Berry; Ecretat, frequentato dal principe Gerolamo Buonaparte e dalla regina madre di Spagna, Maria Cristina; Trouville («la spiaggia dove Dumas aveva potuto passeggiare completamente e felicemente nudo nel 1821»), scelta dai Pari e dai deputati della monarchia di Luglio. Nel 1814 fu pubblicato un piccolo trattato di Paul Guigon, che esaltava i benefici terapeutici dei bagni nel mare di Livorno. Qui, un primitivo stabilimento (Bagni Baretti) era sorto addirittura nel 1780: 5 piccoli locali, forniti di tinozza, ricevevano l’acqua del mare attraverso un ingegnoso sistema di pompe collegate alle vasche. Poi sorsero altri stabilimenti, fra cui il Bagno della Regina, intitolato a Maria Luisa di Borbone, i bagni Palmieri, che avevano ospitato Alphonse de Lamartinei, e nel 1846 i leggendari "Bagni Pancaldi", con annesso servizio medico. A Rimini i primi stabilimenti nacquero solo nel 1843, mentre quelli sul litorale versiliese e su quello tirrenico acquistarono fama grazie alla frequentazione dei sovrani dei piccoli Stati dell’Italia centrale. Verso la metà del secolo aumentarono le pubblicazioni mediche che vantavano i benefici effetti della talassoterapia per alcune forme tubercolari, il linfatismo, l’anemia, il rachitismo. L’acqua di mare era inoltre consigliata contro la sterilità e le affezioni croniche dell’utero. L’abbigliamento da spiaggia prevedeva per gli uomini lunghe mutande, per le signore «costumi informi e onnicoprenti». I trattati medici fornivano raccomandazioni sul «bagno terapeutico»: non più di uno al giorno, durata dai 5 ai 20 minuti a seconda della "costituzione" del bagnante e delle condizioni del mare, «immergersi animosamente nell’acqua, senza esitare, e non restare immobili», dopo il bagno moto, massaggi, «un biscotto e un bicchiere di vino di Spagna».