Silvio Raffo, Gli specchi della luna, Edizioni Tettamanti, 27 luglio 2001
Figlia d’una grande pianista moscovita, Marina Cvetaeva sposò Sergej Efron, giovanissimo studente di filosofia la cui madre e il cui fratello si erano impiccati uno dopo l’altra col medesimo cappio
Figlia d’una grande pianista moscovita, Marina Cvetaeva sposò Sergej Efron, giovanissimo studente di filosofia la cui madre e il cui fratello si erano impiccati uno dopo l’altra col medesimo cappio. Sergej fu presto inghiottito dal vortice della guerra civile (combatteva contro i bolscevichi) e costretto ad espatriare. Marina lo raggiunse a Parigi, dove pubblicò varie raccolte di liriche (tra queste L’acchiappatopi, Poema dell’aria). Suo maestro fu il poeta Blok (’A me lui canta / oltre le finestre azzurre”), intenso anche il rapporto con Pasternak. Alla morte del marito (probabilmente per mano dei servizi segreti comunisti), la Cvetaeva tornò in Unione sovietica, nella repubblica Tartara. Lì visse di stenti presso una famiglia contadina e s’impiccò infine a una trave (il 31 agosto 1941). Aveva 49 anni.