Fabrizio Ravelli su La Repubblica del 20/07/01 a pagina 8., 20 luglio 2001
Enrico Euli, cagliaritano di 40 anni, è un allenatore di non-violenza, di resistenza passiva. Per 3 mesi ha allenato gruppi di 15-20 persone, dall’età compresa tra i 18 e i 70 anni, alla non-guerra contro il G8, cominciando con dei giochi da bambini: «Quello della sedia: tutti a sedersi meno uno che resta senza
Enrico Euli, cagliaritano di 40 anni, è un allenatore di non-violenza, di resistenza passiva. Per 3 mesi ha allenato gruppi di 15-20 persone, dall’età compresa tra i 18 e i 70 anni, alla non-guerra contro il G8, cominciando con dei giochi da bambini: «Quello della sedia: tutti a sedersi meno uno che resta senza. Quello della bambola: lasciarsi cadere all’indietro e il compagno ti prende. Fino ai giochi di ruolo (poliziotti e manifestanti). Servono a migliorare la fiducia nel gruppo e la comunicazione. Sviluppano la capacità di discutere e di decidere insieme». Il più noto, a cui giocava anche Gandhi, si chiama "gioco delle 7 parole": «Ognuno sceglie sette parole su una tema stabilito, poi i primi due giocatori si confrontano e si mettono d’accordo su sette delle quattordici parole. Il confronto prosegue: coppia con coppia, gruppo con gruppo. E’ un allenamento alla mediazione, alla gestione nonviolenta dei conflitti». Enrico Euli dubita della non-violenza delle Tute bianche di Casarini: «Vengono dai centri sociali, da esperienze di violenza. Anche la loro forma di autodifesa non ci piace, perché dà una percezione di aggressività: i caschi, gli scudi, le imbottiture. Sappiamo che non vogliono aggredire, ma è una questione di psicologia delle relazioni». Per la non-violenza integrale nessuna protezione. Il poliziotto «è in primo luogo un essere vivente ed un essere umano; un avversario, un difensore armato dei nostri nemici, ma mai un nemico».