30 luglio 2001
Staiano Giovanni, di anni 68, viveva in una villetta nel napoletano con sua moglie, Di Leva Caterina di anni 60, e la figlia Rosalia, di anni 24
Staiano Giovanni, di anni 68, viveva in una villetta nel napoletano con sua moglie, Di Leva Caterina di anni 60, e la figlia Rosalia, di anni 24. Al piano di sopra, l’altro figlio, Staiano Antonio, di anni 37, 150 chili, 185 centimetri, sposato con Arpino Maria Laura, una figlia di 3 anni, Carolina. Ex impiegato in una ditta di trasporti marittimi, in pensione da 15 anni per via delle turbe psichiche, qualche tempo fa s’era messo in testa che non voleva prendere più le medicine ed era diventato piuttosto aggressivo. Per farlo star buono, i genitori avevano preso a sciogliergli sedativi nel cibo. Lui s’era fissato che lo stavano avvelenando. L’altra notte uscì di casa e andò a bussare al piano di sotto. Piantò una decina di coltellate alla madre che era venuta ad aprigli, tagliò la gola al padre dopo un breve inseguimento nel giardino, poi gli si mise a cavalcioni e continuò a pugnalarlo; recise infine il tendine della mano alla sorella. Sabato 21 luglio, intorno alle 3, in una villetta circondata da fiori nel rione Fornacelle, sulla collina di Vico Equense, Napoli.