Indro Montanelli, XX Battaglione eritreo, Panorama 1936, 30 luglio 2001
«Sono letterato. E, a parte il brutto e il meschino di questa parola, il mio mestiere m’innamora
«Sono letterato. E, a parte il brutto e il meschino di questa parola, il mio mestiere m’innamora. Mi sono sforzato tanti anni, per compiacere a qualcuno o a qualcosa, di tradire questo mio istinto. Ma non ce l’ho fatta. E non ce la farò nemmeno ora, soldato in Africa, in piena guerra. Mi costa questo mestiere, mi costa di sonno e di fatica. Ma non lo dico per presentare il conto. E a chi, poi? Lo dico per un fenomeno di narcisismo: perché mi garba contemplarmi in questo gesto di fedeltà al mestiere, che poi vuol dire fedeltà a me stesso. Rubo al sonno mezz’ora di sosta per tornire la frase, per polire la parola e renderla densa; mi trascino dietro, fra il bagaglio ridotto al minimo per esigenze di guerra, un manoscritto ingombrante. E tutto son pronto a sacrificare fuorché questo. Dirò di più: sono in Africa anche per ragioni letterarie: non a cercar ”colore”, ma a cercarvi una coscienza di uomo» (Indro Montanelli, XX Battaglione eritreo, Panorama)