Beppe Severgnini, "Manuale dellíimperfetto viaggiatore", Rizzoli., 30 luglio 2001
«Viaggiare è un atto di umiltà. Chi è convinto di sapere tutto, preferisce non muoversi da casa
«Viaggiare è un atto di umiltà. Chi è convinto di sapere tutto, preferisce non muoversi da casa. Il viaggio scombussola le nostre certezze, mostra quanto poco sappiamo e quanto abbiamo da imparare. Talvolta, il viaggiatore italiano porta questa saggezza alle estreme conseguenze: poiché tutto non si può imparare – ragiona – tanto vale non perder tempo. Questo personaggio è riconoscibile perché parte per l’India munito soltanto di una rivista di cruciverba, e poi pretende di spiegare la civiltà locale ai compagni di viaggio (o alla moglie, se quelli non la stanno a sentire). Talvolta, a causa della sua magnifica ignoranza, questo turista liquida il paese che lo ospita come ”poco interessante” o ”noioso”. Non esistono, invece, luoghi noiosi. Esistono solo viaggiatori impreparati».