Mario Pacelli, ´Interno Montecitorio-Storie sconosciuteª, Franco Angeli 2000, 31 luglio 2001
A metà Ottocento, trovare del personale in grado di redigere resoconti stenografici delle sedute non era cosa facile: non tutti i deputati parlavano l’italiano, visto che la lingua dei ceti più ricchi e colti era il francese
A metà Ottocento, trovare del personale in grado di redigere resoconti stenografici delle sedute non era cosa facile: non tutti i deputati parlavano l’italiano, visto che la lingua dei ceti più ricchi e colti era il francese. Le prime notizie sui lavori del Parlamento apparvero su La Gazzetta piemontese, giornale ufficiale del Regno di Sardegna, che il 9 maggio 1848 pubblicò per la prima volta una rubrica dedicata alle sedute della Camera. Il giorno successivo fu chiesto ai lettori di ”condonare inesattezze ed errori”. Dopo pochi giorni, proteste anche dai deputati interessati, compreso l’allora presidente del Consiglio Cesare Balbo. Il 27 luglio 1851, per migliorare la situazione, gli stenografi, inizialmente collocati ai lati del banco di presidenza, furono trasferiti al centro dell’Aula, davanti al governo, posizione che occupano ancora oggi.