Umberto Eco, "La bustina di Minerva", Bompiani 2000, 1 agosto 2001
Parole. «Le parole diventano odiose quando ci irrita la pigrizia di chi, usandole, lascia morire nel vocabolario tante altre belle parole
Parole. «Le parole diventano odiose quando ci irrita la pigrizia di chi, usandole, lascia morire nel vocabolario tante altre belle parole. Pensate quante possibilità avremmo di dire (invece che ”un attimino”) che ci apprestiamo a fare qualcosa entro breve: quasi subito, in un istante, in un batter d’occhio, in meno di un minuto, in un lampo, in un battibaleno, in un frullar d’ali, prima che tu te ne renda conto, in un nanosecondo, in un atomo di tempo, in un trascurabile segmento di eternità... No, non esistono brutte parole, le parole sono innocenti. Siamo noi che, usandole senza fantasia, le rendiamo odiose».