Claudio Rendina su la Repubblica del 22/07/01 a pagina VIII della Cronaca di Roma., 22 luglio 2001
Secondo le cronache secentesche, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini si odiavano a morte, pur lavorando spesso sulla stessa opera (nel 1625, ad esempio, Bernini diresse i lavori della loggia vetrata e della scala a pozzo quadrato di Palazzo Barberini, Borromini disegnò le finestre e progettò la scala elicoidale)
Secondo le cronache secentesche, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini si odiavano a morte, pur lavorando spesso sulla stessa opera (nel 1625, ad esempio, Bernini diresse i lavori della loggia vetrata e della scala a pozzo quadrato di Palazzo Barberini, Borromini disegnò le finestre e progettò la scala elicoidale). Nel 1634 Bernini realizzò la cappella ovale dei Re Magi nel palazzo di Propaganda Fide. Dieci anni dopo tirò su la facciata del palazzo che dà sulla piazza. Ad Alessandro VII non piacque il lavoro di Bernini, nel 1660 Borromini prese il suo posto, distrusse la cappella e la ridisegnò. Inoltre, visto che il palazzo sorgeva di fronte allo studio del Bernini, fece ornare una finestra dell’edificio con due orecchie d’asino, allusive all’incapacità artistica del rivale. Per vendicarsi, la notte seguente Bernini modellò a forma di pene il cornicione di una sua finestra. Secondo una guida turistica del tempo, orecchie e pene rimasero a lungo sui due palazzi, finché «non vennero sformate per decenza».