Tullio De Mauro, Grande dizionario italiano dell’uso (6 volumi), Utet 2000, 2 agosto 2001
Soggetto. «L’Io, in quanto realtà pensante, specialmente in opposizione all’oggetto pensato»
Soggetto. «L’Io, in quanto realtà pensante, specialmente in opposizione all’oggetto pensato». Ma anche: «l’argomento su cui verte una discussione, la persona di cui si scrivono o si narrano le vicende, il soggetto in quanto dispregiativo (’bel soggetto il tuo amico!”), la persona o cosa che fa o subisce l’azione indicata dal verbo (in grammatica), oppure l’individuo sottoposto a cura o indagine clinica (un soggetto anemico), al cinema o in teatro il progetto iniziale di un film o di un’opera teatrale, nell’ippica il cavallo partecipante a una gara individuato in base alla genealogia o all’eta (un soggetto di due anni), in agricoltura la pianta o parte di essa che riceve l’innesto”. In questo senso ”soggetto” è attestato fin dal XIV secolo. Ma da prima del 1303 si dice ”soggetto” nell’altro senso, di ”sottomesso a un’autorità”, oppure di ”regione frequentemente interessata da fenomeni naturali quali terremoti” (cioè soggetta a terremoti) o anche ”predisposto ai disturbi (bambino soggetto alle coliche)” o anche di ”suscettibile di un’interpretazione erronea o controversa o di errori o anche di un giudizio malevolo o negativo (il tuo comportamento può essere soggetto a critiche)” o infine di ”posto in basso, in una posizione meno elevata, sottostante».