Claudio Lazzaro sul Corriere della Sera del 02/08/01 a pagina 17., 2 agosto 2001
Paolo Villaggio: «I miei genitori non volevano che io facessi il chierichietto, soprattutto mia madre
Paolo Villaggio: «I miei genitori non volevano che io facessi il chierichietto, soprattutto mia madre. Diceva che mi avrebbe plagiato. Ma io e mio fratello lo facevamo di nascosto...Avevo una paura tremenda di sbagliare durante la messa. Mio fratello Piero, che poi è diventato preside della Normale, scampanellava fuori tempo, non riusciva a memorizzare il rituale. Padre Riccardo ci strattonava. Piero, una volta che era nel pallone più completo, per l’emozione è svenuto, anche perché si andava digiuni per far la comunione. Io volevo soccorrerlo, ma padre Riccardo fece un gesto feroce, come dire non perdiamo tempo si continua...Ai miei tempi non c’erano bambini che sterminano le famiglie, l’unico peccato era la masturbazione. Noi non gliel’avevamo mai confessata e per questo ci torturava il senso di colpa. Nessuno di noi ha avuto mai il coraggio di parlare, così abbiamo fatto tutti la prima comunione in peccato mortale. Spero che non sia più così. Adesso ci sono anche le bambine chierichiette, allora sarebbe stato sacrilegio...Per fare il chierichietto ero andato contro la famiglia, ma ho perso la fede. E’ stato un attimo. Padre Riccardo ha aperto il tabernacolo con la sua chiavetta dorata per prendere le ostie: ce n’era una grande per lui e quelle piccole per i fedeli. Ha visto che quella grande si era spezzata e l’ha gettata via. Sono rimasto scioccato. I fedeli sembravano temere e onorare quelle ostie. Salivano i gradini verso il tabernacolo, si inginocchiavano con la faccia contrita, dopo aver assunto l’ostia piegavano in basso la testa di colpo, come folgorati con la presenza di Dio. Li guardavo e mi sembravano pessimi attori. Non li sentivo veri. Dopo un anno con mio fratello ce ne siamo andati. Ormai eravamo atei».