3 agosto 2001
Ogni varietà, d’altra parte, ha la sua gamma più o meno ampia di colori. Le perle Akoya, giapponesi, le più belle per la spiccata rifrazione della luce e la perfetta uniformità della superficie, vanno dal giallo oro al crema, dal grigio chiaro al grigio blu
Ogni varietà, d’altra parte, ha la sua gamma più o meno ampia di colori. Le perle Akoya, giapponesi, le più belle per la spiccata rifrazione della luce e la perfetta uniformità della superficie, vanno dal giallo oro al crema, dal grigio chiaro al grigio blu. Il colore delle grandi perle dei Mari del Sud varia dal bianco più intenso al bianco rosato, al bianco argento sino al giallo oro. Le perle di Tahiti, dette ”black lips” (labbra nere, dal colore del bordo della conchiglia che le crea, solitamente nero) vanno dal nero al grigio scuro, al verde. Con questa enorme varietà di forme, colori e dimensioni è davvero difficile comporre un filo di perle tutte uguali. In alcuni casi, possono volerci anni: se si ricerca la massima qualità, o per esempio si desidera creare un filo di perle di dimensioni crescenti (le più comode da portare, perché la collana non gira sul collo) è possibile dover attendere l’ultima perla anche per anni. Così il valore di un gioiello di questo tipo può diventare astronomico. Un filo di perle dei mari del Sud, tutte del diametro identico di 22 millimetri, è stato venduto qualche mese fa in Giappone per cinque miliardi di lire. Non è un’eccezione: all’asta di Rangoon, capitale della Birmania e importante appuntamento dei grossisti di perle, queste cifre sono quasi normali. E lo stesso succede in Giappone, in Australia, a Hong Kong. Inutile dare altre indicazioni. In fondo, dicono gli esperti, una sola perla coltivata del tipo South Sea può costare come un intero girocollo di perle giapponesi. Ma gli stessi professionisti avvertono, però, che può avvenire anche l’esatto contrario. Non ci sono, infatti, parametri fissi per valutare una perla: vale solo il giudizio di un esperto, dato considerando tutti i fattori.