Alberto Bevilacqua, Corriere della Sera 24/07/2001, 24 luglio 2001
L’uomo che David H. Lawrence trasfigurò nel guardiacaccia Mellors, l’amante di Lady Chatterley, era in realtà Angelo Ravagli, l’amante di sua moglie Frieda von Richthofen
L’uomo che David H. Lawrence trasfigurò nel guardiacaccia Mellors, l’amante di Lady Chatterley, era in realtà Angelo Ravagli, l’amante di sua moglie Frieda von Richthofen. Ufficiale dei bersaglieri, romagnolo di Tredozio, molte medaglie in guerra, molte donne ai suoi piedi, Ravagli affittò allo scrittore, malato di tubercolosi, Villa Bernarda di Spotorno, intonaco rosa, tre piani: «Io avevo trentaquattro anni, lo scrittore quaranta. Frieda più di quaranta: ancora molto bella però, formosa. Di trascorsi amori ne aveva quasi quanto me. Assurdo che un’ameba d’uomo s’ostinasse a tenersi accanto una femmina così, incendiabile col primo cerino». Prima di avere una storia con lei, Ravagli si dedicò alla madre: «Barbara, viziata e viziosa, in competizione con la figlia. Ma era una tigre e andava forte. Possedendola, immaginavo di pilotare l’aereo del ”Barone Rosso”... Facevamo l’amore ovunque ci capitava, in mezzo agli ulivi, nella villa, nel capanno della villa». Dopo poco passò alla figlia: «Frieda mi attraeva perché era cugina di Manfredo von Richthofen, l’asso dell’aviazione tedesca». Gli dava un particolare gusto «fare a pezzi il manichino da intellettuale che lei si portava addosso»: «A freddo, Frieda giudicava la vita e gli uomini come si giudica un romanzo», invece «a letto con me, ma quale letteratura!». Ovviamente, lui detestava Lawrence: «Era una larva. Malaticcio. Scontroso. Antipatico... Come può, un piccolo seccatore, completamente inglese, essere considerato genio? Stramba la vita». Come racconta Ravagli, lo scrittore ricambiava con altrettanta avversione: «Si permetteva di giudicarmi un tipo da quattro soldi. Detestava la mia traboccante salute, la mia esuberante sensualità all’italiana. Era geloso del mio coinvolgere le donne con la sicurezza del prestigiatore. Mi aspettava dietro agli angoli, per sibilarmi in faccia: ”Sesso a buon mercato!”». Lawrence era solito farsi raccontare dalla moglie gli incontri amorosi col bersagliere (che finirono poi ne L’amante di Lady Chatterley), per poi picchiarla: «Volavano piatti e bicchieri. Se le davano di santa ragione. E lei arrivava nel mio letto col naso insanguinato e gli occhi blu». Nel 1930, quando lo scrittore morì, Ravagli mandò un messaggio a Frieda invitandola a raggiungerlo a Spotorno: «Arrivò subito. Mi bastò il solito cerino per riaccenderla». Si sposarono poco dopo, in America. Nel ranch dove si stabilirono, lui, ex muratore, i calli sulle mani invidiati da Aldous Huxley, costruì un mausoleo dedicato a Lawrence: «Glielo dovevo. Riuscì perfetto. Nelle fondamenta seppellii le fotografie sue di Frieda, monete di vari paesi, pezzi di corallo... Misi anche un biglietto in cui sta scritto: ”Questa casa è stata voluta da Frieda Lawrence e dal Capitano Angelo Ravagli in uno stile semplice e d’aspetto modesto per simboleggiare l’unità di intenti e di costruzione che nasce dal miglior sentimento d’amicizia...”. Ma non bastava. Era giusto che in quelle fondamenta ci fossero anche i resti di David». Per questo, nel ’35 si recò in Provenza, dov’era sepolto Lawrence, fece cremare il corpo e tornò in America con le ceneri: «Mi capitava di stringere l’urna e di parlarle: ”Lo vedi, amico mio, non si può mai dire, stiamo facendo di nuovo un lungo tragitto insieme... anche la morte è un’amante che ci dividiamo insieme”». Tornato a casa, impastò le ceneri col cemento e ci costruì il sarcofago del mausoleo. Ravagli ha raggiunto Frieda nel 1831. Si sono sposati nel 1951