Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  agosto 06 Lunedì calendario

IL FIUME NEL DESERTO

Il colonnello Gheddafi, si sa, non pecca di modestia e l’ha definita l’ottava meraviglia del mondo. "Il grande fiume artificiale", il titanico acquedotto che porta l’acqua dalle falde sotterranee nel deserto alle città della costa libica, sembra uscito dal sogno di un uomo del deserto: l’acqua che sgorga dal nulla, il paradiso in mezzo all’inferno di sabbia. I lavori della grande condotta sono iniziati nell’84, appesantiti dall’embargo internazionale cui è stata sottoposta Tripoli, e dalla crisi dei prezzi del petrolio. L’acqua prelevata a mille metri di profondità sotto il Sahara, con migliaia di condotte di cemento e di acciaio della larghezza di quattro metri, dovrebbe rendere autosufficiente il paese dal punto di vista alimentare. Inaugurato nel ’91 con una cerimonia fastosa l’acquedotto resta per molti aspetti un mistero. E c’è chi in America sostiene che serva, in realtà, per nascondere un arsenale proibito.