Domenico Quirico, La Stampa, 06/08/2001 pag. 16, 6 agosto 2001
IL FIUME NEL DESERTO
Il colonnello Gheddafi, si sa, non pecca di modestia e l’ha definita l’ottava meraviglia del mondo. "Il grande fiume artificiale", il titanico acquedotto che porta l’acqua dalle falde sotterranee nel deserto alle città della costa libica, sembra uscito dal sogno di un uomo del deserto: l’acqua che sgorga dal nulla, il paradiso in mezzo all’inferno di sabbia. I lavori della grande condotta sono iniziati nell’84, appesantiti dall’embargo internazionale cui è stata sottoposta Tripoli, e dalla crisi dei prezzi del petrolio. L’acqua prelevata a mille metri di profondità sotto il Sahara, con migliaia di condotte di cemento e di acciaio della larghezza di quattro metri, dovrebbe rendere autosufficiente il paese dal punto di vista alimentare. Inaugurato nel ’91 con una cerimonia fastosa l’acquedotto resta per molti aspetti un mistero. E c’è chi in America sostiene che serva, in realtà, per nascondere un arsenale proibito.