Renzo Cianfarelli, Corriere del 7/08/2001 pagina 10., 7 agosto 2001
Da un censimento del 2000 risulta che negli Stati Uniti un numero sempre maggiore di immigrati non sii preoccupa affatto di imparare l’inglese e pretende di conservare la propria lingua
Da un censimento del 2000 risulta che negli Stati Uniti un numero sempre maggiore di immigrati non sii preoccupa affatto di imparare l’inglese e pretende di conservare la propria lingua. Il fenomeno, a parte Manhattan che è un avera Babele, è in crescita ovunque. Oltre alla California e alla Florida, dove lo spagnolo in alcune località è lingua di maggioranza, la popolazione che parla soprattutto ispanico è in aumento anche a Washington, a Chicago e in molti Stati del sud. Ci sono inoltre molti gruppi di cinesi, coreani, russi, mongoli, indiani, pachistani e etiopi che usano in prevalenza la loro lingua madre. Secondo gli esperti, con una quota di immigrati legali dell’undici per cento (circa 30,5 milioni di stranieri su una popolazione di 273,4 milioni di individui) gli Stati Uniti, nel XXI secolo, sono destinati non solo a un futuro multilingue ma – fatto più preoccupante – a una crescente incomunicabilità.