Armando Torno, La truffa del tempo, Mondadori, 9 agosto 2001
Un tempo si credeva che il più antico calendario romano, che prendeva il nome da Romolo, fosse di 10 mesi composti da 30 e 31 giorni, per un totale di 304 giorni
Un tempo si credeva che il più antico calendario romano, che prendeva il nome da Romolo, fosse di 10 mesi composti da 30 e 31 giorni, per un totale di 304 giorni. Oramai gli storici lo considerano una leggenda, anche perché Macrobio, nei suoi Saturnalia, parla di un anno composto da 12 mesi già in vigore ai tempi del mitico fondatore della città. La tradizione attribuisce a Numa Pompilio la prima riforma del calendario adattato al ciclo lunare e diviso in 12 mesi, con le kalendae (primo giorno del mese), le nonae (quinto giorno nei mesi di 29 giorni, settimo in quelli di 31) e le idus (tredicesimo giorno nei mesi di 29 giorni, quindicesimo nei mesi di 31). I mesi erano di 31 giorni (marzo, maggio, luglio, ottobre) o di 29, più febbraio di 28. Per ristabilire l’equilibrio con l’anno lunare veniva introdotto, dopo il giorno delle terminalia (23 febbraio), un periodo alternato di 22 o 23 giorni. L’anno era di 366 giorni e mezzo e creava problemi.