Carlo Avvisati su Il Mattino del 21/08/01 a pagina 21., 21 agosto 2001
Nell’antica Roma le essenze profumate erano molto apprezzate, specie dalle classi alte, che le usavano per gli scopi più diversi
Nell’antica Roma le essenze profumate erano molto apprezzate, specie dalle classi alte, che le usavano per gli scopi più diversi. Nerone si spalmava olii e profumi sulle piante dei piedi. Facendosi aiutare dall’amico Otone, spargeva essenze sulle pareti delle latrine, nelle vasche da bagno e sulle insegne militari. L’imperatrice Poppea ricopriva gli zoccoli dei muli con sottilissime lamine d’oro. Domiziano si chiudeva in una stanza, catturava mosche e, tolte loro le ali, le trafiggeva con uno stilo affilatissimo. Caligola regalò al suo cavallo (che stava per nominare console) una mantellina color porpora rivestita di gemme, una casa arredata e schiavi che lo servissero. In un epigramma, Marziale scriveva che alcune acque sono percorse da pesci sacri che, riconoscendo la voce del padrone, gli baciano la mano. Ortensius Ortalus nutriva le sue triglie di propria mano con pesce fresco e conservava in piscina le spoglie della sua murena preferita. Pollione adornava i suoi pesci con orecchini d’oro e gemme preziose, sfamandoli con schiavi fatti uccidere appositamente.