Marco Giusti su il manifesto del 19/08/01., 23 agosto 2001
«Analizzavamo i film di Alvaro o di Bombolo come se fossero stati di Straub: il gioco era quello della serietà del discorso critico e della pratica della critica militante, nonché della riscoperta della visione cinematografica come piacere ludico
«Analizzavamo i film di Alvaro o di Bombolo come se fossero stati di Straub: il gioco era quello della serietà del discorso critico e della pratica della critica militante, nonché della riscoperta della visione cinematografica come piacere ludico. Perché no? E’ comico, allora, vedere questi neo-fighetti della destra che non saprebbero distinguere un film di Raoul Walsh da uno di William Wellman, ma neanche uno di Mariano Laurenti da uno di Nando Cicero (Buttafuoco non vale una scarpa di Buttafava) e che parlano di sinistra che riscopre Alvaro Vitali» (Marco Giusti).