Franco Gabici su Il Giorno del 23/08/01 a pagina 34., 23 agosto 2001
Dopo il nubifragio dell’11 agosto scorso, nello scantinato dell’ospedale civile di Ravenna galleggiavano le teste di quattro briganti giustiziati a Ravenna nel 1868 (sembra sia stata l’ultima esecuzione): Antonio Fusconi (detto Cipona), Luigi Casadio (Gagì), la Tegna e Puntirol
Dopo il nubifragio dell’11 agosto scorso, nello scantinato dell’ospedale civile di Ravenna galleggiavano le teste di quattro briganti giustiziati a Ravenna nel 1868 (sembra sia stata l’ultima esecuzione): Antonio Fusconi (detto Cipona), Luigi Casadio (Gagì), la Tegna e Puntirol. Secondo la tradizione, uno di loro andò al patibolo dicendo: «Sta matena la cmenza mel!» («Questa mattina comincia male!»). Nella Romagna del Cinquecento, grazie alle taglie (100 scudi per ogni bandito ucciso) in soli otto mesi furono consegnate 266 teste. Una cronaca del Seicento racconta che le teste dei briganti uccisi venivano esposte in una gabbia di ferro appesa a una delle porte principali della città. Uno degli ultimi fu Luigi Camerini, detto Umett ("ometto"), famoso per l’abilità con cui riusciva ad aprire le serrature. Una volta, tal Vittorio Samaritani di Alfonsine, vantatosi al lungo della sicurezza della sua abitazione, si trovò in casa Umett che gli puntava addosso il fucile dopo esser passato per la canna fumaria: «E adesso, pataca, mi pagherai anche la pulizia del camino».