Wlodek Goldkorn, LíEspresso 16/08/2001, 16 agosto 2001
«Del linguaggio di Casarini rimango costernato. Da dove viene uno che dice: ”Questa è la nostra dichiarazione di guerra”, o ”gli eserciti dell’Impero ci attendono all’angolo della strada”, e sta parlando della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza? E allora mi rispondo che le sue fonti sono due: Guerre stellari, i cartoni giapponesi e il subcomandante Marcos, che però è anche poetico e ironico, mentre Casarini è grottesco
«Del linguaggio di Casarini rimango costernato. Da dove viene uno che dice: ”Questa è la nostra dichiarazione di guerra”, o ”gli eserciti dell’Impero ci attendono all’angolo della strada”, e sta parlando della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza? E allora mi rispondo che le sue fonti sono due: Guerre stellari, i cartoni giapponesi e il subcomandante Marcos, che però è anche poetico e ironico, mentre Casarini è grottesco. Di Agnoletto cosa pensa? Mi ricorda il protagonista di Il principe e il povero di Mark Twain, là dove il sosia povero del principe usa il sigillo reale per schiacciare le noci. Mi spiego. Agnoletto dice: il movimento è una risorsa per ricostruire una sinistra degna di questo nome. un ragionamento meschino. Ma come, tu hai una tematica globale, hai la simpatia della grande maggioranza del pubblico, hai un movimento che riguarda il destino del mondo, e cerchi di subordinare tutto questo a un obiettivo piccolo e piccolo» (Adriano Sofri).