Alberto Arbasino, la Repubblica 04/08/2001, 4 agosto 2001
«Attenzione alla fisiognomica caratteriale. Sovente, ahimè, ci azzecca. E così, ogni volta che si parla più o meno alla leggera di situazioni fasciste, chi ha avuto la disgrazia di viverle da bambino infelice non ha bisogno di scovar raffronti lontani
«Attenzione alla fisiognomica caratteriale. Sovente, ahimè, ci azzecca. E così, ogni volta che si parla più o meno alla leggera di situazioni fasciste, chi ha avuto la disgrazia di viverle da bambino infelice non ha bisogno di scovar raffronti lontani. Precisi, nella memoria storica, ci sono gli isterismi esaltati di Hitler, così ben colti da Charlie Chaplin nel Grande dittatore, e il faccione cordiale e sempre più tirato di Mussolini che tende ad apparire insieme accattivante e autorevole. Le tetre cupaggini rimandano invece allo stalinismo più repressivo, grande terrore per l’Europa anni Cinquanta: anche attraverso le intolleranze saccenti dei funzionari e dei gerarchetti, costruiti secondo uno stampino sempre identico. (Non per nulla, una simpatia autentica per i comunisti di provincia è stata mossa solo da Guareschi, col suo Peppone, più efficace di cinquant’anni di vignettistica di sinistra)» (Alberto Arbasino).