Luigi Vaccari su Il Messaggero del 23/08/01 a pagina 14., 23 agosto 2001
«L’estate mi piace anche perché (non mi resta che l’occhio) posso osservare l’orlo degli slip sotto le gonne o i pantaloni delle donne
«L’estate mi piace anche perché (non mi resta che l’occhio) posso osservare l’orlo degli slip sotto le gonne o i pantaloni delle donne. Purtroppo, soprattutto le giovani, indossano il tanga. E lì non vedi: che c’hanno? Non c’hanno nulla? Comunque, non è più come 40 anni fa: oggi portano gli slip molto sgambati e questo mi eccita molto. La mattina, quando passeggio, dato che non ho un itinerario fisso... vado a caccia di trattorie, sì, ma se vedo che passa una bella donna, neanche bella, beh se è bella tanto meglio, con una gonna, molte le portano aderenti, i pantaloni meno, e si vede l’orlo degli slip, per un po’ la seguo. Innocentemente. Non è che la infastidisca: appago l’occhio. Oppure se al bar ce n’è una con questi slip che s’intravedono, quando esce, esco anch’io, e, rispettoso, tranquillo, l’accompagno con lo sguardo per 50-100 metri. Poi ognuno va per la sua strada. E’ giusto che a 64 anni, avendo avuto le traversìe che ho avuto, faccia il guardone. E’ un altro piacere dell’estate: come il cocomero, il piatto di spaghetti. E il tramonto. Il colore ocra della vecchia Roma, al calar del sole, ha una carnalità e una plasticità che non ha durante il resto dell’anno. Le ore belle, a Roma, d’agosto, sono le ore del tramonto» (Roberto Gervaso).