Vittorio Zucconi, la Repubblica 13/08/2001, 13 agosto 2001
Dalia Soto del Valle Jorge, cubana di Trinidad, diploma di maestra, segretaria nel sindacato dei tagliatori di ”zafra” (canna), fu spogliata di tutti i nomi di famiglia nel 1961, quando suo padre, benestante produttore di sigari, seppe che aveva una storia con Fidel Castro (’Mia figlia è morta” replicava ai compaesani che lo chiamavano ”suocero di Fidel”)
Dalia Soto del Valle Jorge, cubana di Trinidad, diploma di maestra, segretaria nel sindacato dei tagliatori di ”zafra” (canna), fu spogliata di tutti i nomi di famiglia nel 1961, quando suo padre, benestante produttore di sigari, seppe che aveva una storia con Fidel Castro (’Mia figlia è morta” replicava ai compaesani che lo chiamavano ”suocero di Fidel”). Due anni dopo nacque il primo figlio, Alexis, nei successivi dodici anni gli altri quattro (Alex, Alejandro, Antonio e Angel). Fidel Castro era però sposato con Celia Sanchez, detta ”prima obrera”, sua compagna durante la rivoluzione. Dalia dovette perciò restare una delle tante donne di Castro, nascosta, in attesa che la moglie morisse. Accadde nel 1980: si sposò e diventò la ”primera dama”, rimanendo tuttavia nell’ombra per altri vent’anni, nessun ruolo pubblico, il suo volto sconosciuto a tutti. Le prime apparizioni nel 2000, sempre due o tre file più indietro di Castro, mescolata tra parenti e collaboratori. La prima foto di lei, su ”El mundo” di otto giorni fa: «figura sostanziosa», un filo di perle, scollatura a ”V”, sguardo allegro, bellissimi occhi grigio verdi, capelli neri tinti di biondo-rossiccio, «acconciati un po’ alla Brigitte Bardot versione viale del tramonto».