Giovanni Raboni sul Corriere della Sera del 22/08/01 a pagina 19., 22 agosto 2001
Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti s’incontrarono a Torino, per la prima volta, nel 1907. Lui, ventitré anni, nostalgico e rinunciatario, una fama di rubacuori, aveva appena pubblicato il suo primo libro di versi
Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti s’incontrarono a Torino, per la prima volta, nel 1907. Lui, ventitré anni, nostalgico e rinunciatario, una fama di rubacuori, aveva appena pubblicato il suo primo libro di versi. Lei, di due anni più vecchia, bella, passionale, già chiacchieratissima per via di una raccolta di sonetti dall’audace titolo "Le vergini folli". I due in principio non si piacquero, tanto che lei gli scrisse: «Ricordo di avervi notato la prima volta al Vittoria... Vestivate di color avana e portavate i capelli molto lunghi. Dopo, vi incontrai alla Cultura e, scusate, mi diventaste antipatico». Lui le fece sapere, sempre per lettera, che lei, altrettanto antipatica, aveva agli occhi suoi addirittura «delle qualità allontananti»: «Siete bella. E precisamente di quella bellezza che piace a me. Vedete che c’è di che rifuggire la vostra conoscenza». Più in là presero a frequentarsi, lei, tutta fremiti e impazienze, forse si innamorò davvero, di certo fece di tutto per passare dalle parole ai fatti. Lui per tutto il tempo tentò di smontare le sue voglie, chiamandola di proposito ”Amica e Sorella”: «Io non sono innamorato che di me stesso». Alla fine, in un giorno del 1907, Amalia la spuntò e si consumò quella che lui, in una lettera di poche ore dopo, chiamò «la cosa cattiva».