28 agosto 2001
Pisciotta Vito, di anni 63. Originario di Trapani, separato, una passione per il gioco d’azzardo, qualche assegno emesso a vuoto, barbiere da più di quarant’anni a Ponte Chiasso, noto in paese per l’abitudine di andare in giro con un borsello sempre pieno di soldi ma anche perché ”aveva debiti con mezzo mondo”, viveva tutto solo nel retrobottega del suo negozio
Pisciotta Vito, di anni 63. Originario di Trapani, separato, una passione per il gioco d’azzardo, qualche assegno emesso a vuoto, barbiere da più di quarant’anni a Ponte Chiasso, noto in paese per l’abitudine di andare in giro con un borsello sempre pieno di soldi ma anche perché ”aveva debiti con mezzo mondo”, viveva tutto solo nel retrobottega del suo negozio. Nella serata di domenica era in poltrona a guardare la televisione, indosso soltanto gli slip, quando il barista Marino Zandi di anni 22 e un suo compare di anni 17 alzarono la serranda e minacciandolo con un coltello gli urlarono di consegnargli tutti i soldi. Lui reagì, volarono calci e pugni, d’un tratto uno dei balordi gli infilò venti centimetri di lama dritto in pancia. Subito dopo i due si allontanarono dalla porta di servizio, in mano il borsello con dentro quindici milioni e una manciata di gioielli. Al civico 7 di piazza XXIV Maggio, Como, verso le 22 di domenica 19 agosto.