Marco Carminati su Il Sole 24 Ore del 26/08/01 a pagina 27., 26 agosto 2001
Nell’aprile del 1548, Tiziano Vecellio fu convocato ad Augusta per realizzare il ritratto equestre di Carlo V (si celebrava la vittoria imperiale sulle milizie protestanti, ottenuta un anno prima a Muhlberg)
Nell’aprile del 1548, Tiziano Vecellio fu convocato ad Augusta per realizzare il ritratto equestre di Carlo V (si celebrava la vittoria imperiale sulle milizie protestanti, ottenuta un anno prima a Muhlberg). Il dipinto, portato a termine da Tiziano in sei mesi, andò incontro a una serie di traversìe. La tela, esposta all’aria aperta per asciugarla, fu sollevata in aria da un colpo di vento e andò a finire contro un palo, lacerandosi all’altezza della groppa del cavallo. Tiziano, con l’aiuto del pittore tedesco Cristoph Amberger, la ricucì e ridipinse nel punto squarciato. Trasportato da Augusta a Madrid, il quadro corse un altro pericolo nel 1734, a causa dell’incendio divampato all’Alcazar, la reggia degli Asburgo sede delle loro collezioni d’arte: per sottrarla alle fiamme, la tela fu liberata della cornice, arrotolata e lanciata giù da una finestra. Durante la Guerra Civile spagnola, il terzo incidente: il ritratto fu trasferito a Valencia, poi a Figuera e quindi a Ginevra sotto la protezione della Nazioni Unite, imballato in una cassa di legno e protetto da cuscinetti di cotone. Durante il tragitto questi si mossero, sfregando e intaccando il colore in vari punti. Oggi, dopo un anno di restauri, "L’Imperatore Carlo V a cavallo" è conservato al Museo del Prado di Madrid.