Giusto Benedetti su tSt de La Stampa del 29/08/01 a pagina 3., 29 agosto 2001
Queimada Grande, un’isola di poco più di due chilometri quadrati sperduta nell’Atlantico a 40 chilometri dalla costa brasiliana, ospita gli unici esemplari del Bothrops insularis (il serpente più velenoso del Sudamerica e uno dei più letali del mondo)
Queimada Grande, un’isola di poco più di due chilometri quadrati sperduta nell’Atlantico a 40 chilometri dalla costa brasiliana, ospita gli unici esemplari del Bothrops insularis (il serpente più velenoso del Sudamerica e uno dei più letali del mondo). L’isola, poco più di un grosso scoglio roccioso coperto qua e là da una densa vegetazione tropicale, non ha fiumi né sorgenti, l’unica acqua dolce disponibile è quella piovana. La fauna, quindi, è composta prevalentemente da insetti: i soli vertebrati sono gli uccelli, che possono andare a bere volando fino al continente, e la folta colonia di Bothrops. Circa diecimila anni fa, al termine dell’ultima glaciazione, il livello degli oceani cominciò ad alzarsi e molte zone costiere del Brasile finirono sott’acqua, lasciando scoperte solo le cime dei principali rilievi. Su una di queste isole, appunto Queimada Grande, rimase sequestrata una piccola popolazione di serpenti, probabilmente dei "Fer de lance" (o Bothrops atrox), tra i più velenosi del continente americano. L’isolamento geografico, l’accoppiamento tra consanguinei e la necessità di adattarsi alle risorse alimentari limitate hanno fatto sì che, nel corso del tempo, questi si discostassero sempre più dal modello originale, dando vita a una nuova specie, provvista di un veleno micidiale (da 12 a 20 volte più potente di quello del "Fer de lance") e ad effetto pressocché istantaneo. La tecnica di caccia della maggior parte dei rettili, infatti, consiste nel mordere la preda e lasciarla libera di andarsene a morire altrove: grazie a un odorato finissimo, il serpente non ha difficoltà a seguire la traccia odorosa lasciata dalla vittima e a raggiungerla rapidamente. Su un’isola di due chilometri quadrati abitata solo da uccelli, però, è necessario che la morte sia immediata, altrimenti la preda si allontanerebbe in volo e finirebbe in mare. A Queimada, naturalmente, non abita nessuno: l’isola ospita però un faro, che un tempo aveva un guardiano ma che, dopo una serie di morti, a partire dal 1918 è stato automatizzato. Dal 1921 a Queimada è vietato l’accesso a tutti fuorché a pochi studiosi. Attualmente ci vivono oltre 15 mila esemplari di Bothrops, con una densità di poco inferiore a un individuo per metro quadrato.