Sara Gandolfi su Sette 35/2001., 30 agosto 2001
Tra le chiese nuove più potenti del continente africano: la Zion Christian Church, diffusasi ai primi del Novecento nel territorio dell’ex regno Zulu (oggi conta più di duemila chiese in Sud Africa), la Chiesa dei Cherubini e Serafini e la Celestial Church, entrambe di origine nigeriana, nate verso la metà del secolo come reazione alle missioni cristiane che respingevano e condannavano gli antichi riti animisti
Tra le chiese nuove più potenti del continente africano: la Zion Christian Church, diffusasi ai primi del Novecento nel territorio dell’ex regno Zulu (oggi conta più di duemila chiese in Sud Africa), la Chiesa dei Cherubini e Serafini e la Celestial Church, entrambe di origine nigeriana, nate verso la metà del secolo come reazione alle missioni cristiane che respingevano e condannavano gli antichi riti animisti. «Il fatto di non poter danzare e battere le mani, saltare e suonare i tamburi per il Signore faceva sentire i fedeli neri rifiutati ed estranei. E su di loro hanno avuto facile presa messia locali come il keniota Melkio Simeo Ondetto, ex catechista della Chiesa cattolica romana e fondatore della setta Legio Maria, che nei primi anni Sessanta si proclamò il Gesù risorto, o il Cristo nero: oggi la sua Chiesa conta migliaia di adepti, un Papa, vescovi e cardinali». O come il reverendo Oshoffa, fondatore nel ’74 della Celestial Church dopo aver compiuto «vari miracoli» nella foresta. Secondo il professor Paul Gifford, uno dei massimi esperti del fenomeno, il loro Vangelo «è quello della salute e della ricchezza: sono chiese convinte che il cristianesimo abbia a che fare con il successo in questa vita».