3 settembre 2001
Matalon Antonio, detto Tony, di anni 57. Milanese di successo, erede di una ricca famiglia ebrea di commercianti tessili, gran lavoratore, aveva fondato una società immobiliare, l’associazione di negozianti più nota della città, era stato vicepresidente di Radio Italia e amministratore di Rete Italia, e da qualche anno era pure consigliere provinciale di Forza Italia
Matalon Antonio, detto Tony, di anni 57. Milanese di successo, erede di una ricca famiglia ebrea di commercianti tessili, gran lavoratore, aveva fondato una società immobiliare, l’associazione di negozianti più nota della città, era stato vicepresidente di Radio Italia e amministratore di Rete Italia, e da qualche anno era pure consigliere provinciale di Forza Italia. Alto, stempiato, sempre elegante, un vasto repertorio di barzellette, un polmone di meno da qualche anno per via del tumore, di recente un’operazione alla prostata per lo stesso motivo, ciononostante sempre allegro e scherzoso con tutti, si professava ebreo-cristiano per accontentare entrambi i genitori. Da tempo sposato con Oggione Cristina, di anni 55, fragile, magra, molto depressa, affezionatissima al suo boxer nero Zar. Un figlio, Paolo, di anni 27, studente d’Economia e commercio all’università di Pavia, ex carabiniere ausiliario, fidanzato con Daniela, molto attaccato alla famiglia. Intorno alle 14 di venerdì, senz’alcun preavviso, la Oggione s’affacciò nello studio del marito, seduto alla scrivania, e gli sparò tre colpi in testa, facendolo rovesciare indietro con tutta la sedia. Poi corse incontro al figlio ch’era venuto a curiosare e lo ammazzò con un proiettile. Si recò in cucina e fece secco pure il cane, ch’era steso nella sua cuccia. Infine tornò nel corridoio, dov’era il cadavere del figlio, e si sparò alla tempia. In serata gli amici del Matalon, stupiti che lui, tanto pignolo e puntuale, non si fosse presentato alla cena cui lo avevano invitato, chiamarono la polizia. Al terzo piano di un palazzo costruito negli anni Settanta, tra la stazione Centrale e via Melchiorre Gioia, Milano.