Alessandro Oppes su la Repubblica del 04/09/01 a pagina 37., 4 settembre 2001
Nei ricordi della nipote di Picasso, Marina, l’artista appare privo di sensibilità nei confronti di tutti, parenti compresi: «Mio nonno Picasso aveva bisogno di sangue umano per firmare ciascuna delle sue tele: divorò il sangue di mio padre, il sangue di mio fratello, il sangue di mia madre, il sangue di mia nonna, il sangue di quanti gli si avvicinavano credendo di amare un uomo»
Nei ricordi della nipote di Picasso, Marina, l’artista appare privo di sensibilità nei confronti di tutti, parenti compresi: «Mio nonno Picasso aveva bisogno di sangue umano per firmare ciascuna delle sue tele: divorò il sangue di mio padre, il sangue di mio fratello, il sangue di mia madre, il sangue di mia nonna, il sangue di quanti gli si avvicinavano credendo di amare un uomo». Marina ricorda quando con la famiglia andava a trovarlo e Picasso non li riceveva neppure, facendo dire dal maggiordomo «il Sole non vuole essere disturbato». L’artista, inoltre, secondo la nipote usava le donne per poi abbandonarle: «Mia nonna Olga, umiliata, macchiata, degradata, terminò la sua vita paralizzata, senza che mio nonno si degnasse di visitarla, neanche una volta, sul suo letto di miseria e desolazione. E, naturalmente, mia nonna aveva lasciato tutto per Picasso, la sua patria, la sua carriera, i suoi sogni, il suo orgoglio, la sua vita. Tutto fu tradito e distrutto da mio nonno».