Claudio Rendina su la Repubblica del 02/09/01 a pagina XII della Cronaca di Roma., 2 settembre 2001
Prima di essere eletto papa, il cardinal Felice Peretti, sessantaquattrenne, si presentò al conclave appoggiato a un bastone, fingendo di essere curvo e malandato per convincere i cardinali che sarebbe stato un pontefice debole e manipolabile
Prima di essere eletto papa, il cardinal Felice Peretti, sessantaquattrenne, si presentò al conclave appoggiato a un bastone, fingendo di essere curvo e malandato per convincere i cardinali che sarebbe stato un pontefice debole e manipolabile. Riuscì a ingannarli: il 24 aprile del 1585 venne eletto col nome di Sisto V. Inflessibile nelle condanne a morte contro i banditi, a una donna che gli chiedeva grazia per suo marito rispose: «Sono dolente, mia buona signora, ma ho dato la parola alla signora Giustizia di farla tornare a Roma, e non posso mancare a quanto ho promesso». Sisto V si mostrò intransigente anche con il fanatismo religioso: una volta andò a vedere un crocifisso sanguinante e, presa una scure, lo distrusse dicendo: «Come Cristo ti adoro, come legno ti spacco». All’interno del legno furono trovate spugne intrise di sangue. Riferendosi all’episodio, Belli in un sonetto lo definì "er papa tosto"; in città si diffuse il proverbio «papa Sisto non la perdonò neppure a Cristo». Il pontefice fece erigere gli obelischi in piazza San Pietro, piazza del Popolo, Laterano ed Esquilino; salvando a fatica il Colosseo, rase al suolo antichi quartieri considerati ruderi e fece costruire al loro posto nuove strade. Morì di malaria il 27 agosto 1590, dopo aver rifiutato ogni cura, mentre su Roma si abbatteva un violento temporale.