Marco Bianfati su Avvenire del 02/09/01 a pagina 3., 2 settembre 2001
I pigmei, o popoli della foresta, sono oggi divisi in numerosi gruppi che complessivamente non superano le 250 mila persone (concentrate in Congo, Camerun, Gabon, Ruanda, Burundi e Uganda)
I pigmei, o popoli della foresta, sono oggi divisi in numerosi gruppi che complessivamente non superano le 250 mila persone (concentrate in Congo, Camerun, Gabon, Ruanda, Burundi e Uganda). Vivono isolati in zone ristrette a causa dello sviluppo estensivo delle coltivazioni, che rosicchiano sempre più margini di boscaglia: chi lascia la foresta, tuttavia, viene relegato al fondo della scala sociale. I pastori nomadi, come i masai e i samburu del Kenya, finiscono in riserve o vengono assoldati a basso prezzo dai farmer. Tra il Botswana, la Namibia e la regione settentrionale del Sudafrica, secondo l’Onu il popolo più minacciato è quello dei san (un tempo detti ”bushmen” o boscimani), che non sono neppure oggetto di censimento. Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato casi di sparizioni, anche se spesso si tratta di fughe dalle zone inospitali in cui i san sono obbligati a vivere e dove non trovano i tradizionali mezzi di sostentamento.