Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Bébé Lou Poulit (in francese ”bel bambino”): è il soprannome che i genitori trovano per il piccolo Henri Toulouse-Lautrec, nato ad Albi, nel sud ovest della Francia, il 24 novembre 1864. Trascorre un infanzia bellissima. Canta, studia greco e latino, ma soprattutto disegna. Eccezionalmente bene. Nel 1878 ha quattordici anni: il 30 maggio si frattura il femore sinistro. Oggi un incidente di questo genere verrebbe curato con un intervento chirurgico, per saldare le estremità fratturate con una placca di metallo. A quell’epoca, non si poteva invece fare altro che bloccare l’arto con un bendaggio rigido e attendere la guarigione, a letto. Così fa anche Lautrec. Un anno dopo, in agosto, è quasi guarito: ma in un nuovo incidente si frattura anche l’altra gamba. una situazione contro la quale i medici non possono nulla: le gambe ne restano danneggiate in modo permanente. Lautrec smette di crescere: è quasi un nano, alto solo un metro e cinquantadue centimetri. Si muove male, zoppicando, con difficoltà. Non si rassegnerà mai davvero alla sua malattia: Il suo talento artistico lo fa diventare un maestro della pittura impressionista, ma la sua vita è fatta di eccessi. Beve moltissimo e non dorme mai: dipinge. L’alcool travolge la sua mente, provocandogli attacchi di delirium tremens. Ma intanto le sue opere vanno all’asta e raggiungono quotazioni record. Nel 1900 Lautrec ha una paralisi completa alle gambe. Il 9 settembre del 1901 muore tra le braccia della madre.