Pietro Ichino, Corriere della Sera 29/11/2001, 29 novembre 2001
«Ma, se è per questo, la diga del diritto del lavoro italiano ha già delle falle enormi: delle vere e proprie voragini
«Ma, se è per questo, la diga del diritto del lavoro italiano ha già delle falle enormi: delle vere e proprie voragini. Non costituiscono forse una falla enorme nella diga i due milioni di ”collaboratori coordinati e continuativi” che lavorano quotidianamente in condizioni di sostanziale dipendenza da imprese grandi e piccole senza nessuna protezione? O i tre milioni di lavoratori ”in nero” del tutto invisibili al sindacato, al fisco e agli ispettori del lavoro? O gli altri tre milioni di lavoratori impiegati in aziende con meno di sedici dipendenti, nelle quali il famoso e ”intoccabile” articolo 18 dello Statuto, essenziale per la ”dignità del lavoro”, non si applica?... C’è poi una domanda che pesa come un macigno sul movimento sindacale: quanti tra quei molti milioni di lavoratori esclusi dalla protezione aderiranno allo sciopero generale? E se, come tutti si attendono, quello sciopero lo faranno soltanto i protetti, gli impiegati pubblici, i dipendenti delle grandi aziende dove lo Statuto si applica, esso potrà ancora chiamarsi ”sciopero generale”?» (Pietro Ichino)