corriere.it/speciali/euro2001/ novembre 2001, 3 dicembre 2001
«Fino agli anni 780-790 la libbra era stata solo un peso; e neppure i legislatori di Carlo Magno intendevano trasformarla in qualcos’altro
«Fino agli anni 780-790 la libbra era stata solo un peso; e neppure i legislatori di Carlo Magno intendevano trasformarla in qualcos’altro. Semplicemente si era introdotta in tutto l’Impero una nuova moneta chiamata Denaro tale che, con una libbra d’argento, se ne coniavano 240. Libbra, libra, lira... Senza che nessuno l’avesse deciso, la parola acquisì presto un nuovo significato oltre a quello legato al peso, e divenne unità di conto: era più comodo dire ”una Lira” invece che ”250 Denari”... Ma, come moneta, la Lira era un fantasma: materialmente non esisteva. Il Soldo, vecchia moneta circolante prima della riforma, divenne anch’esso un fantasma, ossia l’equivalente teorico di 12 Denari. In sintesi: Dodici Denari uguale un Soldo, venti Soldi uguale una Lira. Come la vecchia suddivisione della Sterlina in Scellini e Pence; Sterlina che può chiamarsi anche Lira Sterlina. In effetti, fino al 1971, gli Inglesi hanno contato i soldi secondo le regole di Carlo Magno. Anche i francesi, fino alla Rivoluzione, ebbero a che fare con le Lire Tornesi e le suddivisioni per 20 e per 12. Dunque la Lira non è solo ”nostra”, ma è un fenomeno internazionale durato dodici secoli e non ancora estinto: quando (e se) la Sterlina confluirà nell’Euro, resteranno le Lire di Turchia, Cipro, Malta, Israele» (Enrico Castruccio, storico delle cose)