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 2001  dicembre 03 Lunedì calendario

Plack Andreas, di anni 23. Ragazzotto massiccio, viso da bambino, ex buttafuori nelle discoteche, assicuratore occasionale, vari tentativi di entrare in polizia sempre frustrati per via del sovrappeso, sorvegliante antitaccheggio in un grande magazzino di Bolzano con la smania di fare l’investigatore privato

Plack Andreas, di anni 23. Ragazzotto massiccio, viso da bambino, ex buttafuori nelle discoteche, assicuratore occasionale, vari tentativi di entrare in polizia sempre frustrati per via del sovrappeso, sorvegliante antitaccheggio in un grande magazzino di Bolzano con la smania di fare l’investigatore privato. Viveva a Merano con Plack Petra, sua cugina di primo grado, e il figlio di lei. Tempo fa aveva sottoscritto un paio di polizze da un miliardo che avrebbe riscosso in caso di infortunio con invalidità permanente. Poi, d’accordo col cugino Kleon Christian, di anni 29, operaio nell’inceneritore di Bolzano, anche lui assicuratore a cottimo, aveva deciso di inscenare un’aggressione per incassare i soldi delle polizze. Comprata una motosega a catena, martedì sera i due se ne andarono in campagna. Come concordato, il Kleon si coprì di sacchetti di plastica per non sporcarsi il vestito e tagliò la gamba sinistra del Plack sotto il ginocchio, arrivando fino all’osso. Poi, per simulare una rapina o una vendetta, andò via con la Rover del cugino, gettò la motosega nell’Adige, abbandonò l’auto e tornò a casa. Non s’accorse che, nel tagliar la gamba al Plack, gli aveva reciso vena e arteria tibiale. Questi, rimasto solo nel buio, comprese che gli erano inutili le nozioni di medicina apprese come volontario alla Croce Bianca. Non sapendo come fare a fermare l’emorragia, telefonò al 113. Dall’altra parte sentirono solo un rantolo, l’ultimo. Morì dissanguato, dieci minuti dopo l’amputazione, il cellulare stretto nella destra. In una piantagione di meli accanto allo svincolo di Marlengo per la superstrada Merano-Bolzano.