Eva Cantarella, "Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia", Feltrinelli, 3 dicembre 2001
Quinto Ortensio Ortalo desiderava imparentarsi con Catone, andò dunque a chiedergli in moglie la figlia Porzia, non avendo importanza il fatto che Porzia fosse già sposata con Bibulo (console nel 59 avanti Cristo)
Quinto Ortensio Ortalo desiderava imparentarsi con Catone, andò dunque a chiedergli in moglie la figlia Porzia, non avendo importanza il fatto che Porzia fosse già sposata con Bibulo (console nel 59 avanti Cristo). Ortalo infatti voleva una "comunità di figli" con Catone e con lo stesso Bibulo. Catone, per nulla sorpreso, rispose che anche a lui sarebbe piaciuta una comunità di figli con Ortensio, ma che tuttavia non gli pareva il caso di adoperare Porzia a questo scopo. Ortensio allora chiese: perchè Catone, visto che abbiamo lo stesso desiderio di figli comuni, non mi cedi tua moglie Marzia? Catone restò in dubbio e per venir fuori dall’incertezza andò a chiedere il parere di Lucio Marzio Filippo, suo suocero, padre di Marzia. Filippo disse che l’idea era buona. Catone dunque ben volentieri cedette la moglie all’amico, incurante del fatto che in quel momento Marzia fosse incinta di lui. Ortensio sposò Marzia nel 56 avanti Cristo, essendo in età di sessant’anni. Marzia gli diede due figli. Quando Ortensio morì, sei anni dopo, Catone la riprese in moglie.