Aldo Carboni su Il Sole 24 Ore del 02/12/01 a pagina 7., 2 dicembre 2001
«Frequentavo molti pittori ma continuavo a vedere anche i vecchi amici del Ponte bianco, la zona di Roma dove sono cresciuto, sotto Villa Pamphili, tra la ferrovia e il fiume
«Frequentavo molti pittori ma continuavo a vedere anche i vecchi amici del Ponte bianco, la zona di Roma dove sono cresciuto, sotto Villa Pamphili, tra la ferrovia e il fiume. Il Padella, Pietro, Franco, il Capoccia: da ragazzini quanti pomeriggi a rincorrere un pallone in partite infinite. Il vero eroe per noi della banda era Carletto Mazzone, anche lui del Ponte Bianco: qualche anno più di noi, alto, grosso, generoso, ci difendeva dalle prepotenze dei più grandi. Giocava a calcio da centromediano, ma nella Roma c’era Losi, che era più bravo di lui. Così, era emigrato in provincia e alla fine si era accasato ad Ascoli. Grandi trasferte per andare a vederlo, partite orrende in serie C, tifosi aggrappati come granchi alle reti di recinzione a insultare arbitro e avversari. Ma avevamo scoperto che intorno ad Ascoli si vendevano prosciutti ottimi e a buon prezzo. A Roma li avremmo rivenduti a molto di più. Ricordo ritorni trionfali a bordo di una vecchia Oldsmobile seduti sui cosci di maiale, tolti i sedili per allargare lo spazio per il carico» (Memmo Mencini).